Ad ogni modo, la Parola del Signore ci dà le regole per esaminare quello che accade intorno a noi. Sulla scorta di tali regole, e sempre con grande umiltà da parte di ciascuno di noi, possiamo assumere le nostre posizioni.
Brevissimamente:
– il messaggio è molto più importante del miracolo: la verità viene prima di ogni cosa, quindi, se qualcuno opera grandi cose ma poi non predica il Vangelo che conosciamo, non dobbiamo credergli; l’apostolo scrive: “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema” (Galati 1:8)
– la gloria deve andare solo a Gesù e non ad altri (vivi o defunti che siano); “Io sono l’Eterno; questo è il mio nome; io non darò la mia gloria a un altro” (Isaia 42:8)
– il miracolo non deve servire all’arricchimento di nessuno (è chiaro che ogni ministero deve essere sostenuto da libere offerte, ma nulla di più di questo)
– i frutti devono essere di conversione, ravvedimento, santificazione.
Se questi presupposti non ci sono, o se il “miracolo” sposta il cuore del credente o il culto verso altri all’infuori di Dio, dobbiamo seriamente temere che qualcuno (uomo o diavolo o entrambi) si nasconda dietro l’evento.
E d’altronde, “Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce” (2 Corinzi 11:14).
Infine, riguardo alla vita di uomini santi oggi defunti, ricordiamo che ad esempio di Davide è scritto che “dopo aver servito al consiglio di Dio nella sua generazione, si è addormentato ed è stato riunito coi suoi padri, ed ha veduto la corruzione“.
Possiamo certamente seguirne l’esempio, evitare i suoi sbagli, ricordare la sua fede, ma dobbiamo servire solo Dio e con la conoscenza che Dio ci dà nella sua parola.