Timoteo e il silenzio della donna

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La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio. 1Timoteo 2:11-12

C’è ragione di credere che Paolo non si stesse riferendo alle donne in generale ma ad una data “donna” che si trovava nella chiesa di Efeso.

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Ecco il contesto:

  1. Nel contesto Paolo sta parlando di falsi insegnanti che stanno insegnando false dottrine alla chiesa di Efeso. (1Tim.1:3, 7)
  2. Paolo dice a Timoteo, in Efeso, di fermare i falsi insegnanti e non tutte le donne che stanno predicando le giuste dottrine. L’apostolo dice solo a Timoteo di fermare i falsi dottori. (1Tim. 1:3)
  3. Paolo dice che anche lui era stato ingannato e aveva ricevuto la grazia dopo aver perseguitato la chiesa; e lo aveva fatto perché era stato ingannato ed era ignorante riguardo alla Verità. (1Tim 1:13, 16)
  4. Paolo fa il paragone tra quelli che stavano insegnando false dottrine – perché essi erano ignoranti e ingannati. (1Tim. 1:3, 7) – e quelli che erano deliberatamente ingannatori (1Tim. 1:19, 20)
  5. Paolo nomina gli ingannatori (1Tim. 1:20) ma non fa MAI i nomi di coloro che sono ingannati (1Tim.1:3, 6)
  6. Paolo da istruzioni a Timoteo su come uomini e donne devono comportarsi nelle chiese quando ci sono i falsi insegnanti (1Tim. 2:1-10)
  7. Tutti i cristiani dovrebbero pregare per i perduti, persino quelli che sono persi tra di loro, che sono quelli che insegnano false dottrine. (1Tim. 2:1-4)
  8. Gli uomini cristiani della congregazione non devono discutere con i falsi dottori ma solo pregare per loro (1Tim. 2:8)
  9. Le donne nella chiesa devono stare in silenzio (1Tim. 2:10) pregando anche loro per i falsi insegnanti (1Tim. 2:9 “altrettanto – allo stesso modo” rimanda alla preghiera) e continuare a produrre buoni frutti (1Tim. 2:10) e non aspettarsi che sia la loro apparenza con vestiti vistosi che darà il buon esempio, ma le loro opere (1Tim. 2:8-10)
  10. Poi Paolo brutalmente passa dagli uomini di Dio (plurale, maschi e femmine) alla singola forma di donna e uomo e tratta il problema del falso insegnamento e dei falsi insegnanti.
  11. Prima Paolo fa la proibizione, dà la soluzione ad uno dei problemi nella chiesa. Paolo dice che alla donna (a quella determinata donna) le deve essere data l’opportunità di imparare. Questo identifica il problema, che lei non è uno degli ingannatori, ma una degli ingannati, altrimenti Paolo avrebbe fatto il suo nome, mentre lei era in buona fede. Paolo non indica mai i falsi dottori che ingannano, fa solo i loro nomi, li espone in pubblico e li evita. La sua soluzione all’inganno è l’educazione, nel senso di “imparare la vera dottrina” e non identificare mai gli ingannati.
  12. Paolo dice a Timoteo che non permette alla “donna” di insegnare “all’uomo”. Questo è fuori contesto se si pensa che Paolo lì sta cercando di fermare le donne di Dio alla predica delle dottrine corrette. Nel contesto la proibizione può solo essere quella di ostacolare le false dottrine (1Tim. 2:12)
  13. E’ il falso insegnamento secondo il quale Paolo cerca di ostacolare tutte le donne dal predicare, perché il problema in Timoteo era solo quello di fermare i falsi insegnanti. Nell’esempio successivo, parlando del motivo per cui gli insegnamenti sbagliati dovessero essere ostacolati, Paolo proibisce a quella donna ingannata di parlare, in modo che non possa predicare false dottrine (1Tim. 2:14).
  14. Quando gune (uomo) e aner (donna) sono menzionati insieme della Scrittura in qualunque tipo di relazione, sono sempre tradotti “marito” e “moglie”. Il verso 12 dovrebbe essere tradotto come “una singola moglie” che insegna e influenza “suo marito”. Infatti abbiamo modo di pensare che ad Efeso ci fosse una coppia di predicatori, marito e moglie, e siccome quella donna stava predicando false dottrine, Paolo dice “La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio”. Non avrebbe avuto motivo di ostacolarla se lei avesse predicato il giusto, la vera Parola di Dio, che porta la gente alla salvezza.
  15. Paolo non identifica mai la gente chiamandola “un uomo” ma avrebbe detto “gli uomini” e non la “donna” bensì “le donne”. E dal contesto escono fuori un uomo e una donna specifici (2 Cor. 12:2, 5; 1 Cor. 5:1) Non vengono nominati, ossia non vengono chiamati per nome e cognome, perché la moglie è una delle ingannate e Paolo non fa mai il nome degli ingannati, che sono vittime, ma solo quello degli ingannatori.
  16. Paolo, poi, spiega la ragione per la quale il primo uomo non fu ingannato e perchè la donna invece lo fu. Si riferisce alla Genesi per scoprire la ragione di questa cosa constatando che l’uomo fu creato prima e non fu ingannato e che la donna fu creata dopo e fu ingannata (1 Tim. 2:13, 14 and Gen. 2:8, 19).
  17. La forma grammaticale usata in 1 Timoteo 2:15 richiede l’identificazione di una singola donna per riferirsi “alla donna” dal verso 12. La forma che appare nel verso 15 riferita a questa donna, non può essere Eva, perché il tempo è al futuro e Eva era già morta nel momento in cui fu scritta l’epistola.
  18. L’unica donna dell’intero passaggio del verso 15 non si può che far riferimento alla donna del verso 12. A “Lei” ed a “loro” vengono date istruzioni riguardo la sua salvezza ed è espresso al futuro. Del resto è ovvio che è uno specifico riferimento ad una specifica donna, in quanto le donne non hanno salvezza “partorendo figli”, e che dire allora di quelle che non possono avere figli? Andranno all’inferno? Certo che no.
  19. 1Tim. 2:15 fornisce la risposta alla domanda se la donna ingannata può ricevere la salvezza anche se ella è stata ingannata da false dottrine. La donna in questione, che fa riferimento al verso 12 della donna efesina ingannata) sarà salvata attraverso la nascita del Messia partorito da una donna, se loro (riferito al verso 12 della donna efesina ingannata e di suo marito) continueranno nella fede, ameranno il Salvatore, e staranno lontani dalle false dottrine. Questo è come una donna ingannata sarà salvata, e si applica a tutti gli insegnanti ingannati.
  20. Concludendo: Paolo non stava facendo una proibizione universale che proibisce alle donne di predicare le giuste dottrine, stava solo ostacolando una delle false insegnanti dell’assemblea di Efeso, dal portare suo marito cristiano nel giardino verso il frutto proibito.
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