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Glossario Teologico

Adattamento (teoria dell’)

Si tratta del principio, particolarmente legato al nome di Calvino, secondo il quale Dio si rivela in parole e in immagini che sono adatte alle capacità umane
di visualizzazione e di comprensione. La Scrittura, quindi, non deve essere intesa nel suo significato letterale in ogni suo punto; essa utilizza spesso un linguaggio composto da idee e immagini non-letterali, figurate. Questo principio è di notevole importanza per comprendere come il calvinismo sia giunto a guardare con favore le nuove scienze naturali, specialmente l’astronomia; il letteralismo biblico fu superato, in quanto ritenuto un ostacolo da questo nuovo campo della ricerca umana.

Adiàphora

Letteralmente significa: «cose indifferenti». Si riferisce a credenze o pratiche che i Riformatori consideravano accettabili, non essendo né rifiutate, né raccomandate esplicitamente nella Scrittura. Per esempio, l’abito che i ministri portavano durante il culto era in genere considerato «cosa irrilevante», e quindi si potevano ammettere dei cambiamenti che non intaccavano i princìpi di fede fondamentali. Questo concetto era importante perché permetteva ai Riformatori di adottare un atteggiamento pragmatico nei riguardi di varie credenze e pratiche, evitando così molti contrasti non necessari. Calvino, per esempio, era pronto ad adottare questo atteggiamento sul problema dei vescovi.

Agostinianesimo

Si tratta di un vocabolo che ha due significati principali. In primo luogo si riferisce alle opinioni di Agostino d’Ippona sulla dottrina della salvezza, in cui egli sottolinea la necessità della grazia divina. Da questo punto di vista è l’opposto di «pelagianesimo». In secondo luogo, lo si usa per indicare l’insieme delle dottrine sostenute dall’ordine agostiniano durante il Medioevo, indipendentemente dal fatto che tali opinioni possano essere attribuite o meno ad Agostino.

Anabattismo, o anabattisti

Letteralmente significa «ri-battesimo», e «ri-battezzatori», è un termine usato dagli avversari e riferito all’ala radicale della Riforma, che si basava sul pensiero di uomini come Balthasar Hubmaier e Menno Simons. I «radicali» generalmente sostenevano il diritto di ogni persona a interpretare liberamente la Scrittura, rifiutavano l’intromissione delle autorità civili nell’àmbito delle materie religiose e adottavano un atteggiamento critico verso la maggior parte delle istituzioni sociali, religiose e politiche esistenti.

Anti-pelagiani (scritti)

Si tratta degli scritti di Agostino che si riferiscono alla controversia contro Pelagio e nei quali egli difende le sue opinioni sulla grazia e sulla predestinazione. Si veda: «pelagianesimo».

Apostolica (èra apostolica)

Per gli umanisti, come per i riformatori, questo termine indica il periodo di storia della chiesa cristiana che va dalla risurrezione di Gesù Cristo (circa 30-33 d.C.) alla morte dell’ultimo degli apostoli (circa 90 d.C.?). Gli ambienti degli umanisti e dei Riformatori ritenevano che le dottrine e le pratiche di quel periodo fossero normative.

Arminianesimo

Si tratta di una «eresia» calvinista, legata al nome di Jakob Armiius. Contrapponendosi a Teodoro di Beza, il quale sosteneva che tutti gli esseri umani sono individualmente predestinati alla vita o alla morte eterna, Arminio insegnava che la predestinazione si riferisce al decreto divino generale, con la conseguenza che tutti coloro che credono saranno salvati. L’arminianesimo fu rifiutato esplicitamente dal Sinodo di Dordrecht (1618-19).

Calvinismo

È un termine ambiguo che ha due significati molto diversi. In primo luogo si riferisce alle convinzioni religiose di organismi religiosi (come le chiese riformate) o di singoli individui (come Teodoro di Beza) che subirono fortemente l’influenza di Giovanni Calvino o dei suoi scritti. Dato che il calvinismo si richiama anche ad autori teologici diversi da Calvino, l’uso del termine può creare un po’ di confusione. In questo caso molti autori preferiscono l’espressione «teologia riformata». In secondo luogo si riferisce alle idee religiose di Calvino stesso. Per questo secondo significato è meglio usare il termine «calviniano».

Catechismo

E’ un manuale popolare di dottrina cristiana, redatto di solito in forma di domande e risposte, e destinato all’istruzione religiosa. La Riforma aveva sottolineato l’importanza dell’istruzione religiosa e vide il fiorire di numerosi, importanti catechismi, tra cui vanno segnalati specialmente il Piccolo e il Grande Catechismo di Lutero (1529), il Catechismo di Ginevra di Calvino (1545) e il famoso Catechismo di Heidelberg (1563), riformato.

Concistoro

Si tratta di una istituzione ecclesiastica ginevrina, creata da Calvino con le sue Ordonnances del 1541, probabilmente derivata dalle corti matrimoniali del Medioevo, che aveva la responsabilità della disciplina ecclesiastica a Ginevra. L’estensione della competenza di quest’organismo ecclesiastico fu oggetto di gravi controversie nella Ginevra degli anni quaranta e cinquanta del ‘500.  Per estensione viene ad indicare l’organo direttivo espresso da una chiesa riformata.

Confessione, confessìonalismo

Questo termine si riferisce prima di tutto all’atto di riconoscere il proprio peccato, ma, nel corso del XVI secolo, aveva acquistato un significato assai diverso, cioè quello di un documento che esprimeva i princìpi di fede di una data chiesa. Così, per esempio, la Confessione Augustana (1530) esprime le idee del luteranesimo delle origini, mentre la Prima Confessione Elvetica (1536) manifesta le convinzioni delle prime chiese riformate (vedi 12.3). Oggi il termine «confessione» indica una delle grandi tradizioni in cui è divisa la cristianità: cattolici, protestanti, ortodossi. Il termine «confessionalismo> è spesso usato per indicare l’irrigidirsi dei diversi atteggiamenti religiosi verso la fine del XVI secolo, nel periodo della cosiddetta «seconda Riforma», quando le chiese luterane e riformate si trovarono coinvolte, specialmente in Germania, in una dura lotta per prevalere.

Cristologia

Si tratta di quella sezione della teologia cristiana che tratta dell’identità di Gesù Cristo e particolarmente del problema dei rapporti tra la sua natura umana e quella divina, La dottrina cristologica, come pure la dottrina della trinità (salvo un limitato disaccordo tra Lutero e Zwingli a Marburgo nel 1529), non entrarono nel dibattito critico della Riforma, perché non furono messe in discussione.

Discorso della montagna, o Sermone sul monte

È il nome convenzionale per indicare gli insegnamenti morali e pastorali di Gesù nella forma specifica che vien data loro nei capitoli da 5 a 7 del Vangelo di Matteo.

Donatismo

Movimento settario dell’Africa settentrionale nel tardo periodo classico (a cui si contrappose Agostino d’Ippona), che esigeva comportamenti rigorosi dai membri di chiesa, incluso il loro eventuale nuovo battesimo. Sosteneva inoltre che il sacramento celebrato da un ministro moralmente indegno era inefficace.

Ecclesiologia

Si tratta di quella sezione della teologia cristiana che si occupa della dottrina della chiesa (in greco: ecclesia = assemblea). All’epoca della Riforma il dibattito si focalizzava sulla questione di sapere se le chiese protestanti potevano essere considerate una prosecuzione della corrente principale del cristianesimo; in altri termini, se costituivano una versione riformata del cristianesimo di sempre o se erano qualcosa di totalmente nuovo, senza rapporti con i precedenti 1500 anni di storia cristiana.

«Eiguenots»

Fazione pro-bernese presente a Ginevra prima della rivoluzione del 1535. Il vocabolo è il risultato della corruzione della parola svizzero-tedesca Eidgnoss, «confederato», cioè svizzero. Il termine «ugonotto», che ne deriva, finì per indicare i riformati francesi (v. ugonotti).

Eresia

Negazione formale di qualsiasi dottrina centrale, già definita, della fede cristiana. Dal punto di vista storico, però, le eresie non avevano origine soltanto intellettuale; esse erano spesso una risposta a particolari pressioni sociali o politiche. Così, per esempio, il donatismo era in parte la reazione dei berberi, nativi dell’Africa settentrionale, nei confronti dei coloni romani, mentre l’hussitismo era strettamente collegato con l’emergere del nazionalismo boemo.

Ermeneutica

Si tratta dei prìncìpi che informano l’interpretazione, o esegesi, di un testo, in particolare di un brano biblico. Nella prima fase della Riforma si svilupparono parecchi modi diversi di interpretare la Scrittura, che derivavano sia dall’umanesimo che dalla scolastica. Zwingli si servì all’inizio di uno schema ermeneutico derivato dall’umanesimo erasmiano, e Lutero di uno schema derivato dalla teologia scolastica.

Esegesi

è la scienza dell’interpretazione dei testi, riferita di solito specificamente ai testi biblici. L’espressione «esegesi biblica» significa essenzialmente «il processo d’interpretazione della Bibbia». Le tecniche specifiche usate nell’esegesi della Scrittura sono di solito chiamate «ermeneutica».

Evangelico, -i, evangelismo

Si tratta di termini usati per indicare i primi movimenti religiosi riformistici, nell’ambito del cattolicesimo, specialmente in Germania, in Francia, in Svizzera e in Italia, tra il 1510 e il 1530. Questo termine fu successivamente sostituito da quello di «protestante», in seguito agli eventi della Dieta di Spira (1529), per quanto quest’ultimo termine avesse delle connotazioni strettamente legate alla situazione religiosa tedesca di quel tempo.

Giustificazione per fede (dottrina della)

Si tratta di quella sezione della teologia cristiana che riguarda il modo in cui il singolo peccatore può entrare in comunione con Dio. Questa dottrina, di capitale importanza per Lutero e per i suoi colleghi di Wittenberg — più esattamente: «giustificazione per grazia mediante la sola fede» — destava invece scarso interesse tra i Riformatori svizzeri, come ad esempio Zwingli, e successivamente Calvino. Per quanto la prima ondata della Riforma (legata particolarmente a Lutero) ponesse questa dottrina al centro della riflessione teologica, la seconda (quella legata in particolare a Calvino) si concentrò in primo luogo su argomenti relativi all’ordinamento e alla disciplina ecclesiastica.

«Gratiae habitus creatus»

Un concetto introdotto da scrittori del XIII secolo, come Tommaso d’Aquino, che designa lo status intermedio fra Dio e la natura umana nel processo della salvezza. Poiché Dio non poteva «trattare» direttamente con la natura umana decaduta, si sosteneva che fosse necessario determinare uno status intermedio fra la divinità e l’umanità, come una specie di «testa di ponte», da cui il processo di salvezza potesse procedere fino al suo compimento. Questo stato intermedio fu conosciuto come «stato di grazia creato».

Intellettualismo

Si tratta, secondo il pensiero medievale, della convinzione che l’intelletto divino abbia la precedenza sulla volontà divina. Un approccio intellettualistico ai meriti umani si basa sulla credenza che l’intelletto divino riconosca il valore morale inerente l’azione umana, quindi gli riservi un valore meritorio proporzionale. Questo approccio sarà contrastato dal volontarismo, che dava priorità alla volontà divina.

Lefèvriano

Si tratta delle posizioni «riformatrici» legate al programma di Jacques Lefèvre d’Etaples (Faber Stapulensis), che assunsero particolare rilevanza a Parigi e altrove in Francia verso gli anni venti del ‘500. Per quanto avesse sviluppato posizioni teologiche che anticipavano quelle dei Riformatori protestanti successivi, in particolare sull’autorità e l’interpretazione della Scrittura, Lefèvre non riteneva che queste implicassero una frattura con la chiesa cattolica romana. Si trattò di un movimento per la riforma all’interno della chiesa. Talvolta si trova anche il termine fabriano (da Faber).

Liturgia

Il testo scritto dei culti pubblici, specialmente dell’eucaristia. Nella Riforma la liturgia era fissata in base alla teologia, perciò riformare la liturgia era considerato un fatto particolarmente importante.

Luteranesimo

Si tratta delle concezioni religiose di Martin Lutero, espresse particolarmente nel Piccolo e Grande Catechismo (1529) e nella Confessione Augustana (1530). Dopo la morte di Lutero (1546) si ebbero vari contrasti in seno al luteranesimo, tra la linea dura (i cosiddetti «gnesio-luterani» o «flaciani» — da Flacio Illirico) e i moderati («filippisti» — da Filippo Melantone) che si risolsero con la Formula di Concordia (1577), solitamente considerata la più autorevole definizione della teologia luterana.

«Magisterial Reformation» (Riforma sostenuta dalle autorità ufficiali, o «Riforma classica»)

Il termine si riferisce ai luterani e ai riformati per distinguerli dall’ala radicale: gli anabattisti e gli spiritualisti. Il termine indica l’atteggiamento positivo nei confronti dei (<magistrati» (autorità civili e politiche delle città), caratteristica di Lutero, Zwingli, Bucero e Calvino.

Mamelucchi

Il partito pro-savoiardo ginevrino, prima della rivoluzione del 1535.

Nicodemismo

Termine spregiativo che si riferisce a quegli evangelici in contesto cattolico, specialmente in Francia, in Spagna o in Italia, che erano riluttanti ad attirare pubblicamente l’attenzione sulla loro fede per paura delle conseguenze che ne sarebbero derivate. Proviene da Nicodemo, che visitò Gesù di notte per non farsi notare.

Nominalismo

A rigor di termini è la teoria della conoscenza che si contrappone al realismo. Ma è un vocabolo ancora usato in riferimento alla via moderna.

Patristico, –a

Come aggettivo lo si usa per indicare i primi cinque secoli della storia della chiesa successivi agli scritti del Nuovo Testamento («il periodo patristico»), o a proposito di pensatori che scrissero in quel periodo (gli «scrittori patristici», o «padri»). I Riformatori designano con quel nome il periodo che va dall’anno 100 (circa) al 451, ossia dal tempo (presunto) degli ultimi scritti neo-testamentari al Concilio di Calcedonia. I Riformatori tendevano a considerare il Nuovo Testamento, e in via subordinata gli scritti patristici, come normativi per la fede e la prassi cristiane.

Pelagianesimo

Si tratta di una concezione del modo in cui gli esseri umani possono meritare la salvezza, che si contrappone diametralmente a quella di Agostino d’Ippona; sottolinea l’importanza delle opere umane e sminuisce l’importanza della grazia divina. Fu condannato da alcuni Concili del V e del VI secolo.

Predestinazione

Si tratta della dottrina secondo cui Dio ha predeterminato il destino finale delle singole persone. La forma più comune di questa dottrina — praedestinatio ad vitam, o predestinazione alla vita — trattava la predestinazione come un mistero mediante il quale Dio era direttamente coinvolto nella salvezza dei credenti, anche prima che essi pervenissero alla fede. La forma più radicale della dottrina, legata alla schola augustiniana moderna, a Calvino e al calvinismo posteriore, era conosciuta come praedestinatio gemma, «doppia predestinazione». Secondo questa dottrina, Dio, in un sovrano atto di volontà, ha predeterminato il destino finale di tutti, sia credenti che non credenti. Molti autori calvinisti erano convinti che questa dottrina fosse una fortissima affermazione della sovranità di Dio sulla creazione.

Principio scritturistico

E la teoria, propria in particolare dei teologi della Riforma classica, secondo cui le credenze e le pratiche della chiesa devono essere fondate sulla Scrittura. Nulla poteva essere considerato vincolante per i credenti se non si poteva dimostrare che fosse fondato sulla Scrittura. L’espressione latina sola Scriptura, «soltanto in base alla Scrittura», riassume tale principio.

Protestantesimo

Termine usato in seguito alla Dieta di Spira (1529) per indicare coloro che «protestavano» contro le deliberazioni della maggioranza cattolica e, in seguito, contro certe pratiche e credenze della chiesa cattolica romana. Prima del 1529 gli individui o i gruppi che avevano tali idee si designavano come «evangelici».

Puritanesimo

Termine dal significato molto ampio, utilizzato generalmente per riferirsi a quella forma di calvinismo presente in particolare in Inghilterra, e successivamente in America, nel tardo XVI secolo e nel XVII- XVIII. Erano così chiamati perché intendevano «purificare» la chiesa del loro tempo.

Riforma classica

In inglese «Magisterial Reformation»: termine che si riferisce ai luterani e ai riformati per distinguerli dall’ala radicale: gli anabattisti e spiritualisti.

Riforma radicale

Termine usato sempre più spesso per indicare il movimento anabattista, ossia l’«ala sinistra» della Riforma, che in genere diede una valutazione negativa dell’autorità civile, e talvolta adottò una posizione radicale sul tema della proprietà (comunismo). Fu generalmente considerata un fattore destabilizzante dai Consigli delle città, specialmente a Zurigo e a Strasburgo.

Sacramento

Da un punto di vista puramente storico si tratta di un rito o atto di culto che si ritiene sia stato istituito da Gesù Cristo stesso. La teologia e la prassi ecclesiastica medievale avevano individuato sette sacramenti, ma i riformatori sottolinearono il fatto che due soltanto di essi (battesimo e Cena del Signore) sono menzionati nel Nuovo Testamento come istituiti da Gesù. La dottrina dei sacramenti risultò un motivo di divisione: con Lutero e Zwingli che non riuscirono a trovare un accordo fra loro sulla forma della presenza di Cristo all’atto della Cena. La teologia dei sacramenti di Calvino viene generalmente considerata come irenica, in quanto propose una mediazione fra quelle due posizioni.

Scisma

Una rottura deliberata dell’unità della chiesa, energicamente condannata dai più importanti scrittori della chiesa antica, quali Cipriano e Agostino. La controversia donatista era centrata sul problema della legittimità di un gruppo, insoddisfatto del comportamento della chiesa o dei suoi responsabili, di separarsi da essa e fondare la propria setta. I Riformatori furono bollati come «scismatici» o «settari» dai loro oppositori, con la conseguenza di trovarsi in una situazione molto difficile, in quanto mantenevano le posizioni di Agostino sulla grazia, ma non tenevano conto del suo punto di vista sull’unità della chiesa.

«Schola augustiniana moderna»

Una forma di scolastica tardo-medievale che sottolineava la dottrina agostiniana della grazia e adottava un atteggiamento nominalista sulla questione degli universali.

Scotismo

La filosofia scolastica associata al nome di Duns Scoto.

Septuaginta, o Settanta (LXX)

La traduzione greca della Bibbia ebraica risalente al III secolo a.C. (di norma citata: LXX), attribuita a settanta saggi. Seguì un cànone più ampio (detto «alessandrino») di quella ebraica, cioè vi comprese alcuni libri recenti, scritti in greco, detti dai cattolici «deuterocanonici» (del secondo cànone) e dai protestanti «apocrifi».

Sodalizio

Si usa di solito in riferimento a gruppi di umanisti di diverse città ed università dell’Europa settentrionale, a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Per esempio la solidalitas collimitiana che si raccoglieva a Vienna attorno a Giorgio Collimitius o la solidalitas staupitziana uriitasi a Norimberga attorno a Johannes von Staupitz.

Sorbona

Nel suo significato più esatto, si riferisce al Collège de la Sorbonne, uno dei più importanti e antichi collegi che costituivano l’Università di Parigi. Nel XVI secolo il nome era normalmente usato in forma denigratoria, per indicare la Facoltà di teologia dell’Università di Parigi.

Soteriologia

Quel settore della teologia cristiana che si occupa della dottrina della salvezza (dal greco: soter(a).

Stati, stati generali

Si tratta di un termine che fa riferimento agli strati superiori della società francese: il primo stato era formato dall’alto clero, il secondo dalla nobiltà, il terzo della borghesia. I rappresentanti dei tre stati si incontravano negli États généraux (stati generali).

Terminismo

Una forma più precisa per indicare il «nominalismo».

Tomismo, «via Thomae»

La filosofia scolastica che si richiama a Tommaso D’Aquino.

Transustanziazione

La dottrina cattolica medievale secondo cui il pane ed il vino nell’eucarestia sono trasformati, al momento della consacrazione, nella «sostanza» del corpo e del sangue di Cristo, pur mantenendo immutato il loro aspetto esteriore (gli «accidenti»).

Turmerlebnis

Vocabolo tedesco che significa esattamente «l’esperienza della, o nella, torre» e che si usa spesso per indicare il momento in cui Lutero fece la sua scoperta teologica.  In una posteriore (e un po’ confusa) reminiscenza di quell’evento, Lutero dice che esso ebbe luogo in una torre del convento degli agostinani a Wittenberg (che poi diventerà la sua abitazione e che oggi ospita il Museo Lutero). Di qui la menzione della «torre».

Ugonotti

Termine utilizzato per riferirsi ai calvinisti francesi, specialmente nel corso delle guerre di religione.

Umanesimo

La tendenza generale, strettamente collegata al Rinascimento, di considerare lo stile classico come normativo e lo studio della letteratura classica come un mezzo per promuovere quello stile nel presente. L’umanesimo rinascimentale non era un movimento secolare, né ateo, come l’uso moderno del termine potrebbe far pensare.

Universali

Un concetto astratto o generale (per es. «bianchezza») considerato come se avesse esistenza nella realtà o nell’intelletto (cfr. «via antiqua»). L’aspetto centrale del terminismo (o nominalismo) è la negazione ditali universali.

«via antiqua»

Designa quelle forme di filosofia scolastica, come il tomismo e lo scotismo, che adottavano un atteggiamento realista nella questione degli universali.

«via moderna»

Si usa in due sensi. Indica, in primo luogo, quelle forme di filosofia scolastica che adottavano una posizione nominalista nella questione degli universali, in contrasto con il realismo della via antiqua (vedi 4.3.1). Il secondo significato, più importante, indica quella forma di scolastica (chiamata in passato «nominalismo»), che si basa sugli scritti di Guglielmo d’Ockham e dei suoi seguaci, quali Pierre d’Ailly e Gabriel Biel.

Volontarismo

E la dottrina medievale secondo cui la volontà divina precede l’intelletto divino. Un approccio volontaristico nei confronti del merito umano ritiene che Dio, con un atto della sua volontà, determini quale sarà il valore meritorio di una specifica azione umana. Il valore morale intrinseco di quest’azione viene considerato irrilevante; quello che conta è il valore che Dio le attribuisce di sua volontà. Questo approccio sarà combattuto dall’intellettualismo, che assegna priorità all’intelletto divino. Calvino, insieme alla maggioranza dei suoi contemporanei, tendeva verso il volontarismo.

Vulgata

La traduzione latina della Bibbia, derivata in larga misura da Gerolamo, e su cui si fondava gran parte della teologia medievale. In senso stretto la
Vulgata è la traduzione che Gerolamo fece dell’Antico Testamento (salvo i Salmi che furono tratti dal Salterio gallicano), dei libri apocrifi (salvo la Sapienza, l’Ecclesiastico, I e TI Maccabei e Baruch, che furono presi dalla Vettis Latina) e di tutto il Nuovo Testamento. Il riconoscimento delle sue numerose inesattezze fu di grandissima importanza per la Riforma.

Zwinglianesimo

Il termine, raramente riscontrato in italiano, si riferisce al pensiero di Hulldrych Zwingli, ma è spesso usato per indicare più specificamente la sua
concezione dei sacramenti e specialmente della «presenza» di Cristo nella Cena del Signore (che per Zwingli era intesa solo in senso simbolico).