Scienza e teologia biblica
Gli studiosi di scienze naturali studiano l’universo, i teologi la rivelazione biblica. Ora se l’universo e la Bibbia provengono entrambe dalla stessa fonte non v’è ragione per il teologo di temere di confrontarsi con le scienze naturali, perché entrambe dovrebbero condurre necessariamente a Dio, in quanto Lui è il Creatore dell’universo e allo stesso tempo è Colui che ha ispirato gli scrittori biblici.Pur tuttavia, molte volte, vi sono profonde contraddizioni tra le affermazioni dei teologi e quelle degli uomini di scienza. C’è da chiedersi perché ciò avvenga.La teologia e le scienze naturali sono interpretazioni umane, ricerche ed investigazioni fatte da uomini, che cercano di fare del loro meglio, ma che, essendo limitati in quanto uomini, nel loro modo di comprendere l’universo ed il messaggio biblico possono certamente commettere degli errori.
Anche lo scienziato ha bisogno di fede
Il famoso fisico M. Planck espone brillantemente le ragioni per cui è necessario che uno scienziato abbia fede. “Affinando la nostra immagine del mondo ci avviciniamo davvero di qualche passo alla conoscenza della natura?… Supponiamo di aver trovato un’immagine fisica del mondo che soddisfi a tutte le esigenze, ossia che possa rappresentare in modo perfettamente esatto tutte le leggi naturali trovate empiricamente. Non si potrà dimostrare in alcun modo che quell’immagine sia simile, anche solo approssimativamente alla natura reale… Una intuizione del mondo non è mai dimostrabile scientificamente, ma è altrettanto certo che essa resiste incrollabile ad ogni tempesta purché rimanga in accordo con se stessa e coi dati dell’esperienza”.
Nelle Sacre Scritture non si parla di materia informe
Una delle domande più frequenti che gli uomini di tutti i tempi si sono poste è quella relativa all’origine dell’universo. Questa domanda è fondamentale, perché da come si risponde ad essa dipende il significato e l’orientamento che si vuole dare alla propria vita.Molte religioni del passato hanno pensato che all’inizio dell’essere e del divenire vi sia stato il caos. Molte sono le raffigurazioni mitiche con le quali si è cercato di rappresentarlo: l’abisso, la notte, le tenebre, ecc.. Per i greci all’inizio vi fu una materia informe che fu poi modellata, plasmata dal demiurgo trasformandola nel cosmo.Per le Sacre Scritture Dio creò dal nulla (creatio ex nihilo) “i cieli e la terra,” espressione questa che indica l’universo. Nel Nuovo Testamento per indicare il creato, la creazione, non viene mai usata la parola fysis, natura, ma la parola greca ktisis, il creato, la creazione.L’universo non è un cosmo, che si regge e governa per mezzo di leggi proprie, indipendente e separato da Dio. I cieli e la terra dipendono dall’Eterno, così come più tardi dipenderà da Lui la vita del popolo d’Israele.
Due racconti della creazione
Nelle Sacre Scritture vi sono due racconti complementari della creazione. In quello che si trova nel primo capitolo della Genesi e nei primi tre versetti del secondo capitolo, Dio viene presentato come colui che dà origine a tutte le cose con un semplice atto della sua volontà, espresso per mezzo della parola. Il secondo racconto, che si trova nel secondo capitolo della Genesi, ci dà ulteriori particolari della creazione. Dio forma l’uomo con gli stessi elementi che compongono la terra, poi crea ed immette nell’uomo l’energia che gli dà la vita e lo trasforma in un essere vivente. Dio, poi, lo pone in un bellissimo giardino assieme alla sua compagna. Essi hanno tutto ciò che è necessario per essere felici.
Nella cosmogonia biblica non si trova alcuna forma di mito
La cosmogonia biblica è semplice, ma al tempo stesso profonda. Contrariamente a molte altre cosmogonie religiose del passato non si trovano in essa né personaggi favolosi, né cose assurde ed immaginarie, completamente irreali. Non leggiamo, per esempio, nella Bibbia, che la Terra nacque da un enorme uovo, né che si trova sopra le spalle di un elefante, né cose simili. Mentre i greci scorgono nella Legge cosmica la potenza divina e introducono quindi la divinità nel Tutto cosmico, per il pensiero antico-testamentario Dio sta al di fuori del mondo. Egli “ha innalzato il suo trono nel cielo e il suo regno signoreggia su tutto” (Salmo 103:19). L’idea della trascendenza di Dio diviene infine esplicita nell’affermazione inconcepibile per il pensiero greco, di una creazione dal nulla” (R. Bultmann).
Due differenti letture del primo capitolo della Genesi
Alcuni ritengono che la terra, la luna e le stelle abbiano soltanto poche migliaia di anni di età e che i dati radiometrici osservati oggi siano il risultato del fatto che la terra fu creata con un’età apparente. L’apparente età della materia inorganica e i vari stadi nei quali le stelle sono osservate, sarebbero dovuti al potere di Dio. Questo, però, comporta il problema di sapere perché Dio dovrebbe ingannarci facendoci vedere cose che non esistono e perché egli consideri necessario cambiare la velocità della luce.Un altro modo “di affrontare il problema suppone che la materia elementare inorganica esisteva sul pianeta terra prima della creazione della vita su di esso… Il ragionamento è il seguente: Il primo versetto identifica Dio come il Creatore, senza alcuna considerazione di quando il processo di creazione ebbe luogo. Il secondo versetto sembra identificare la terra prima della settimana creativa come senza forma, cioè senza una specifica organizzazione e vuota, cioè senza abitanti… In più si potrebbe aggiungere il fatto che nelle Scritture non vi è alcun riferimento nella settimana creativa che si riferisca alla creazione dell’acqua e dei minerali che compongono la terra secca (l’asciutto chiamato poi terra appare il terzo giorno). Il solo riferimento fatto alla loro creazione è ‘in principio’. Sembra possibile allora che la materia elementare inorganica non sia legata ad una età limitata come lo è la materia vivente”. […]”In un primo tempo vi fu la creazione della materia primordiale non vivente della terra e il suo sistema solare approssimativamente 4,5 miliardi di anni orsono. Un tempo più tardi di questa creazione primordiale, Dio decise di creare tutti gli organismi viventi durante sei giorni di 24 ore” (C. L. Webster).
Il racconto biblico della creazione
Alcuni esegeti suggeriscono che lo scrittore del primo capitolo presenti i fatti accaduti sul pianeta Terra come se fossero stati osservati da un personaggio immaginario che, trovandosi sulla superficie del pianeta, avesse potuto osservare la situazione in cui si trovava la Terra prima dell’inizio della settimana creativa e avesse potuto seguire gli eventi accaduti durante i primi sei giorni. Il racconto biblico della creazione può essere diviso in cinque parti:
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Genesi 1:1: la creazione dei “cieli e della terra”.
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Genesi 1:2: descrizione della situazione in cui si trovava il pianeta Terra, all’inizio della settimana creativa.
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Genesi 1:3-13: l’arrivo della luce sulla superficie del pianeta e la preparazione degli habitat per gli animali e per l’uomo.
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Genesi 1:14-31: gli astri possono essere visti dalla terra, formazione degli animali e dell’uomo.
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Genesi 2:1-3 il riposo sabatico.
Genesi 1:1
Il racconto di Genesi 1 si apre con una dichiarazione di carattere generale con la quale si chiarisce la provenienza dell’universo.Ecco il testo: “In principio [berescit] creò [barà] Dio [Elohim] i cieli [eth hassciamayim] e [weth] la terra [haaresc]” (Genesi 1:1).Il racconto della Genesi comincia con le parole: “In principio”. Quando accadde la creazione dei cieli e della terra? La Bibbia non da alcuna data della creazione.[…]Che fece Dio in principio? Dio creò. Il verbo usato qui nell’originale ebraico è barà. L’uso del verbo barà è limitato. Esso è usato esclusivamente per indicare un’azione divina ed esprime l’azione creativa di Dio (creazione dal nulla), che è incomparabilmente diversa dall’azione di produzione degli uomini che possono soltanto formare oggetti usando del materiale preesistente.Che cosa creò Dio? Dio creò “i cieli e la terra”. Questa espressione indica l’universo, così come vediamo che è usato in Deuteronomio 30:19, dove Dio chiama “il cielo e la terra” a testimoniare contro al popolo d’Israele.
Genesi 1:2
“E la terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque” (Genesi 1:2).Genesi 1:2 descrive la situazione in cui si trovava il pianeta Terra quando Dio cominciò ad organizzare il pianeta perché potesse ricevere la vita.Le parole ebraiche tohu e vohu sono tradotte nella versione di Luzzi “informe e vuota”, ma sarebbe meglio tradurle “deserta e vuota.” Esse indicano che la terra era deserta, cioè priva di vita e vuota, non informe, né caotica. Il concetto di caos è un concetto del pensiero greco e non della Bibbia.[…]Il testo dice che “le tenebre coprivano la faccia dell’abisso (Tehom)”. Il salmista parlando della situazione in cui si trovava la terra quando Dio iniziò la sua opera sul pianeta dice: “Tu l’avevi coperta dell’abisso (Tehom) come d’una veste, le acque s’erano fermate sui monti” (Salmo 104:6).”Essa [la Tehom], nella Bibbia, libera da ogni fantasia mitologica, fu identificata… con il concetto dell’Oceano” (P. E. Testa).[…]La luce, non potendo attraversare le acque dell’abisso, non raggiungeva la superficie della terra. Lo Spirito di Dio si muoveva sopra le acque.
Genesi 1:3-13
Dopo aver descritto la situazione in cui si trovava il pianeta Terra, si passa a descrivere gli otto eventi che si susseguono, dietro ordine di Dio, nei primi sei giorni. Il racconto si divide in due parti. Quattro avvengono nei primi tre giorni e quattro nei tre giorni successivi.Nel primo giorno la luce raggiunse la superficie del pianeta Terra. “E Dio disse: ‘Sia la luce!’ E la luce fu. E Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. E Dio chiamò la luce ‘giorno’, e le tenebre ‘notte’. Così fu sera e fu mattina: fu il primo giorno” (Genesi 1:3-5).
Nel primo giorno Dio disse: ‘Sia la luce!’. La luce, attraversando la massa di acque che coprivano il pianeta Terra, raggiunse la superficie del pianeta.Da quale sorgente giungeva la luce? Sicuramente questa luce non proveniva direttamente da Dio, in quanto un solo lato del pianeta era illuminato, mentre l’altro rimaneva oscuro. E’ impossibile pensare che la luce proveniente dalla presenza di Dio potesse illuminare soltanto un lato del pianeta, perché Dio è onnipresente, né è pensabile che potesse tramontare, né sorgere.D’altra parte, pensare che Dio abbia creato prima una sorgente di luce da rimpiazzare, poi, con il sole appena il quarto giorno, vale a dire soltanto tre giorni dopo, è un’ipotesi confusa e complicata. Questo è contrario al principio del filosofo Guglielmo di Occam (il cosiddetto ‘rasoio di Occam’) secondo cui “le entità non devono essere moltiplicate eccetto nel caso sia necessario”. In altre parole se vi sono due ipotesi, una complicata ed una altra più semplice per spiegare un fenomeno, occorre scegliere l’ipotesi più semplice.Inoltre, lo scrittore descrive chiaramente gli effetti che soltanto la luce del sole poteva produrre sulla superficie del pianeta. Appena la luce del sole giunse sulla superficie della Terra venne illuminata la metà del pianeta esposta ai raggi solari, mentre l’altra rimase nell’oscurità. La rotazione della terra, poi, permise alla luce del sole di poter illuminare gradualmente l’altra parte della superficie terrestre. Man mano che il pianeta girava sul suo asse, la luce solare tramontava e sorgeva, illuminando tutte le parti della terra, la sera (il tramonto) e il mattino (l’alba) si susseguivano l’una all’altra.Fu così che si ebbe il primo giorno della settimana. Ed è così che si ebbero i giorni successivi. È evidente che si trattò di giorni letterali di ventiquattro ore che iniziarono e terminarono con il tramonto. I quattro termini (sera, notte, mattina, giorno) che troviamo nel racconto della Genesi e che vengono usati per tutti i sei giorni chiaramente lo dimostrano.La luce che giunse sulla superficie impiegò ventiquattro ore per raggiungere via via tutte le parti del pianeta. Iniziarono così i fusi orari e si cominciarono a contare i giorni.[…]”Dio parla alla famiglia umana in un linguaggio che essi possono comprendere… Quando il Signore dichiara che Egli fece il mondo in sei giorni e riposò il settimo giorno, Egli intende riferirsi a un giorno di ventiquattro ore, che Egli ha segnalato per mezzo del sorgere e del tramonto del sole” (E. G. White).
Nel secondo giorno si formò il firmamento, l’atmosfera. “Poi Dio disse: Ci sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque. E Dio fece la distesa e separò le acque ch’erano sotto la distesa dalle acque ch’erano sopra la distesa . E così fu… Così fu sera, poi fu mattina: e fu il secondo giorno” (Genesi 1: 6-8).Non vi può essere vita senza aria. Le piante, gli animali, gli uomini, tutte le creature viventi hanno bisogno di essa per poter vivere. Senza atmosfera la terra sarebbe come la luna, senza vita. La parola ebraica raqia, distesa, che deriva dalla radice del verbo raqa, che significa ‘render solido’, è tradotta generalmente firmamento. Esso si doveva estendere in mezzo alle acque, tra le acque superiori (una specie di vapore acqueo che avvolgeva il pianeta Terra, che cadranno durante il diluvio attraverso le ‘cataratte del firmamento’) e le acque inferiori (quelle che coprirono tutta la superficie del pianeta Terra fino al terzo giorno, quando apparve la terra asciutta).
Nel terzo giorno apparvero due cose: la terra asciutta e la vegetazione. “Poi Dio disse: ‘Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, e appaia l’asciutto’. E così fu… Poi Dio disse: ‘Produca la terra della verdura, dell’erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra. E così fu. E Dio vide che questo era buono. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il terzo giorno”.I vegetali creati da Dio risultano di tre principali categorie: 1) desé, l’erbetta, che spuntando dopo le prime piogge, serve da pascolo e da nutrimento per gli animali; 2) esev, le piante erbacee che fanno seme, come per esempio i cereali; 3) infine gli alberi il cui seme si sviluppa racchiuso in un frutto. I cereali e la frutta degli alberi saranno il cibo destinato agli uomini. L’erba verde dei campi sarà il cibo degli animali.È importante notare che le piante e la frutta degli alberi portavano del frutto che aveva del seme secondo la loro specie. L’espressione ebraica lemino viene tradotta secondo la sua specie; ma la parola min (che la compone) non indica necessariamente una specie come oggi la intendiamo, ma può indicare un gruppo più ampio (genere, per esempio).
Genesi 1:14-31
Nel quarto giorno si parla degli astri, che diventano visibili, così come nel corrispondente primo giorno divenne visibile la luce. “Poi Dio disse: ‘Sianvi dei luminari nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano dei segni e per le stagioni e per i giorni e per gli anni; e servano da luminari nella distesa dei cieli per dare luce alla terra. E così fu. E Dio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore, per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle… E Dio vide che questo era buono. Così fu sera, poi fu mattina” (Genesi 1:14-19).Nel primo giorno la luce giunse alla superficie del pianeta Terra e durante le ventiquattro ore tutta la superficie ricevette la luce in modo che si poté contare il primo giorno.Nei primi tre giorni, però, fu possibile vedere soltanto la luce del sole, così come accade oggi quando il cielo è nuvoloso. Soltanto nel quarto giorno gli astri divennero visibili.
Nel quinto giorno le acque produssero pesci e volatili. “Poi Dio disse: ‘Producano le acque in abbondanza animali viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo’. E Dio creò i grandi animali acquatici… secondo la loro specie ed ogni volatile secondo la sua specie… Così fu sera, poi fu mattina: e fu il quinto giorno”(Genesi 1:20-23). Siccome nel secondo giorno fu formata l’atmosfera separando le acque, nel corrispondente quinto giorno verranno prodotti i pesci e i volatili, che abiteranno nei mari e nell’aria. Nell’atmosfera vagano le acque vaporizzate e nei mari sono state raccolte quelle che coprivano la terra. Nell’atmosfera voleranno gli uccelli e nelle acque liquide guizzeranno i pesci.
Nel sesto giorno furono creati gli animali e l’uomo, furono fatte due opere come è accaduto nel terzo giorno, quando apparve la terra asciutta e la vegetazione. “Poi Dio disse: ‘Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie’. E così fu. E Dio fece gli animali selvatici della terra… il bestiame… e tutti i rettili della terra… E Dio vide che questo era buono. Poi Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza… E Dio creò l’uomo a sua immagine;… li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse… E Dio vide tutto quello che aveva fatto ed ecco era molto buono. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il sesto giorno” Genesi 1:24-31).Gli animali sono raggruppati in tre diverse categorie: il bestiame (buoi, pecore, ecc.); i rettili (animali che strisciano o che, per la brevità delle loro zampe, pare che si trascinino, come i serpenti e le lucertole); e le fiere della terra. Mentre gli animali vengono creati secondo la loro specie, l’uomo è creato all’immagine e somiglianza di Dio. “L’uomo doveva recare l’immagine di Dio, sia nell’aspetto sia nel carattere… l’uomo fu creato simile a Dio; la sua natura era in armonia con la volontà di Dio. La sua mente poteva comprendere le realtà divine. I suoi affetti erano puri” (E. G. White).
Genesi 2:1-3
Nel settimo giorno Dio stabilisce il riposo sabatico. “Così furono compiti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. Il settimo giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta” (Genesi 2: 1-3).L’Eterno volle che fosse conclusa l’opera che aveva fatta nei primi sei giorni e si riposò nel settimo giorno da ogni opera che aveva fatta. L’Eterno benedisse il settimo giorno, cioè ne fece una fonte di benedizione e lo santificò, cioè lo pose a parte per un uso sacro.
Il racconto della creazione ed alcune teorie filosofiche
Al problema dell’origine dell’universo, la Bibbia ha dato una soluzione originale: la creazione dal nulla (creatio ex nihilo). Le Sacre Scritture non identificano Dio con l’universo. L’universo non è una emanazione, ma una creazione di Dio. L’universo non è eterno, ma è una realtà creata da Dio “in principio”. Il concetto della creazione dal nulla è chiaramente in contrasto con il panteismo delle religioni orientali, che identificano l’universo con Dio.[…]Nelle Sacre Scritture non troviamo teorie filosofiche come il dualismo (secondo cui l’universo è formato da materia e spirito), né come il materialismo (secondo cui l’universo è formato soltanto da materia), né come l’idealismo (secondo cui la realtà oggettiva è puro pensiero). Dio non usa una materia preesistente ed eterna, quando Egli crea l’universo. Il mondo non è formato di materia cattiva e di spirito buono. Dio creò un universo dal nulla e tutto quello che Egli creò era “buono”, “molto buono”.L’universo di Dio è una realtà oggettiva e non solo puro pensiero. Il ragionamento della Genesi è semplice. Se tu cerchi di sapere l’origine di tutte le cose, tu devi sapere che Dio, che non ha principio né fine ed è al di fuori di ogni cosa, l’Eterno, ha creato l’universo e ha dato un principio a tutte le cose.
Il racconto biblico ed alcune teorie scientifiche
Il racconto della Genesi comincia con le parole: In principio Dio creò. In principio, in un determinato momento, Dio creò.Gli scienziati hanno sempre cercato di trovare una spiegazione dell’origine dell’universo e della vita senza ricorrere a un Dio Creatore. Pur tuttavia, essi non sono mai riusciti nel loro intento. Attribuire a concetti astratti, come materia, natura o ad altri, qualità proprie di Dio, dire che la materia è eterna per la sua stessa essenza, che la natura è intelligente significa usare in maniera impropria termini che possono essere riferiti soltanto a un Dio, che è una persona e la cui essenza è l’eternità. Le uniche due possibili risposte sull’origine dell’universo sono: quella agnostica, cioè dichiararsi incapace di trovare una soluzione al problema, e quella creazionista, che accetta l’esistenza di Dio Creatore.
L’origine della materia/energia
O la materia/energia è eterna o ha avuto un principio.
L’origine dell’universo
Tutte le cosmogonie presuppongono un insieme di particelle iniziali, la cui esistenza è un fatto consumato nell’istante in cui le leggi della fisica scatenano il corso degli eventi. L’etere di Cartesio, il caos di Kant, la nebulosa di Laplace e di Jeans, il superatomo di Lemaitre e qualunque altro insieme di particelle originarie, esistono almeno un instante prima che inizi la loro evoluzione. Ma qual è la loro origine? V’è in generale silenzio assoluto circa t=0 e lasciano all’istante iniziale della scala del tempo le caratteristiche di un intervento soprannaturale.[…]Nessuna teoria cosmologica può fare a meno di Dio, perché esse non sono in grado di spiegare l’origine iniziale dell’insieme delle particelle originarie, che saranno poi sottoposte al processo evolutivo e che sono predisposte in maniera tale da trasformarsi in un universo ordinato che consenta la vita a tanti esseri viventi, né possono dirci chi o che cosa abbia scelto il momento che ha dato il via al processo evolutivo.
L’origine della vita
Per ciò che si riferisce all’origine della vita, anche se si può pensare alla formazione per caso di alcuni aminoacidi, la scienza non può spiegare, per esempio, l’origine del DNA, senza il quale non è possibile la trasmissione dei caratteri ereditari.
Conclusione
Ci sembra poter concludere dicendo che se la lettura del testo biblico è fatta con cura, se si dà ad esso un’interpretazione conforme a quanto chiaramente espresso dall’originale, se si accettano solamente le teorie scientifiche che hanno una solida base sperimentale e che siano documentate ampiamente, i contrasti tra quello che afferma la scienza e quello che afferma la Bibbia si riducono a dettagli insignificanti e non fondamentali.
“L’Iddio sconosciuto” di Michele Buonfiglio
qui mi trovo in difficoltà, fra luce e luminari…affermare che il sole la luna e le stelle “diventano visibili” nel quarto giorno mi sembra un’arrampicata sugli specchi: si dice chiaramente che Dio FECE i luminari, non mi sembra che questo verbo lasci spazi a interpretazioni…quindi com’è possibile creare la luce (del sole, perchè solo questa dà origine all’alternarsi di notte e dì) prima della sua fonte? Io non riesco proprio a convincermi che il racconto della Creazione (come anche altri “miti”, per esempio il diluvio e la torre di Babele) si possa intendere nel suo senso letterale; naturalmente non posso esserne sicuro, ma io propendo per la teoria dell’accomodazione divina, secondo la quale Dio si abbassa alla capacità di comprensione che l’uomo possiede in quel momento e quindi ritengo che questi “miti” siano soltanto dei contenitori di insegnamenti divini, che danno risposte che l’uomo da solo non potrebbe raggiungere
Perchè ti sembra un’arrampicata sugli specchi? Io non trovo incongruenze. Nessuno puo sapere come è stato all’inizio e nessuno può sapere come è nata la vita con il solo suo intelletto. Io trovo il racconto della Genesi molto veritiero e coerente.
già, nessuno può saperlo se non Dio stesso… quindi se la Bibbia è parola di Dio (ed è così, anche se non sono ancora sicuro che sia totalmente opera Sua senza aggiunte umane) e in Genesi si dice che Dio FECE i luminari dopo aver CREATO la luce allora bisogna crederci ma non lo trovo coerente bensì inspiegabile…a meno che non ci sia un problema di traduzione di cui non ho i mezzi per venire a capo, e qui mi affido a te che sei sicuramente più preparata -a proposito, da qualche parte in questo sterminato blog affermi che la Bibbia può essere capita anche da un bambino di 10 anni…forse, ma dovrebbe padroneggiare le lingue originali in cui è stata scritta e anche conoscere la situazione geopolitica del tempo…insomma senza delle note o qualcuno che ne faccia le veci è difficile districarsi, anzi proprio l’ignoranza può portare a vedere incongruenze e contraddizioni dove non ci sono…però le note è impossibile che siano oggettive e riflettono invece l’interpretazione propugnata dal loro esegeta- per esempio secondo te la moglie di Lot è stata veramente tramutata in una statua di sale? perchè secondo la nota della mia Bibbia (di Gerusalemme) questa è solo una leggenda per spiegare delle particolari formazioni calcaree, e lo afferma senza alcun beneficio di dubbio…
Ciao, se non ti è stato d’aiuto questo splendido blog, spero che potrà esserlo allora il sito che ti consiglio di leggere, benché l’interpretazione sia la medesima di quella di ChristianFaith.
http://www.ritornoallatorah.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=254:creazione&catid=52:interpretazioni&Itemid=63
grazie per la segnalazione, quindi è proprio come pensavo io, cioè che le traduzioni possono portare lontano dal senso dell’originale…però mi chiedo: perchè le traduzioni non sono oneste? perchè col tempo certe tradizioni hanno avuto il sopravvento sulla verità(vedi la “costola” di Adamo)? Dopotutto è fondamentale conoscere la parola di Dio nella maniera più precisa possibile, specialmente nelle sue parti meno storiche e più dottrinali. Però confesso che ho delle perplessità sulla composizione della Bibbia e non sono convinto che si debba prenderla per ispirata proprio parola per parola e nel commentario alla Genesi del sito che mi segnali vedo che da uno stesso punto di partenza si finisce a conclusioni congetturali molto distanti fra loro. In ogni caso credere che tutta la Bibbia sia vera non obbliga a credere che la Creazione si sia svolta letteralmente secondo il racconto della Genesi, la Bibbia è una ma le interpretazioni possono essere infinite…
Secondo me, è inevitabile che nella storia le traduzioni della Bibbia si siano separate dal significato dei testi originali, perché ogni lingua ha le sue caratteristiche idiomatiche difficilmente traducibili in altre. Inoltre, ciò conferma come l’uomo sia fallace, e imperfetto e che “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Marco 24:31).
Gesù disse che “finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Matteo 5:18), volendo insegnare che tutta la Parola di Dio è importante, ma non per questo bisogna cadere nel rigorismo letterale tipico dei Farisei, che si attenevano solo all’aspetto formale della legge: esiste la legge, e lo spirito della legge.
Riguardo a Genesi, non credo sinceramente che ci sia niente di astruso o di recondito, l’unica interpretazione ragionevole è quella che hai letto, anche perché di trovare “infinite interpretazioni”, non ne vedo il motivo, considerata la chiarezza del testo. Le interpretazioni sono fondamentali per alcuni libri, sì, come l’Apocalisse ad esempio, essendo esso un libro allegorico ricco di simboli e metafore, occorre intendimento, come è scritto (Apocalisse 17:9), ma in Genesi personalmente non ritengo sia necessario.
Io non parlerei di errori di traduzioni ma di piccole sviste da parte di amanuensi. L’archeologia biblica conferma la perfezione della Bibbia anche nelle traduzioni nel corso dei secoli. Dai paragoni fatti con i rotoli scoperti a Qumran e con tutte le copie della Bibbia scritte a mano e stampate nel corso dei secoli, esce fuori che ci sono errori solo al 2%. Ciò vuol dire che la Bibbia che leggiamo oggi è al 98% quella originale. Quel 2% poi, non riguarda errori che vanno ad intaccare il messaggio centrale della Scrittura. Era normale quando la stampa non era ancora stata inventata, scrivevano a mano e, nonostante fossero molto precisi e meticolosi, qualche errore è naturale. Ma come si dice, Dio ha preservato la sua Parola attaverso i secoli permettendoci oggi di leggere la Scrittura originale. Non parlaimo di un semplice libro. Quello che è accaduto alla Bibbia, con i milioni di copie che ha fatto nei secoli, è imparagonabile a qualsiasti altro testo, cioè SOLO il 2% di differenze.
Sono d’accordissimo sul fatto che l’Apocalisse sia di difficile interpretazione e bisogna andarci cauti, sono profezie e metafore che dobbiamo prendere con le pinze. Il rischio è di costruirci dottrine come hanno fatto i Testimoni di Geova (che prendono la maggior parte dlele loro dottrine dal libro apocalittico). Cosi nascono le sette. Per la Genesi ti do ragione, anche essa è metaforica (il serpente, la mel, ecc) non è detto che sia accaduto proprio così, anche se devi credere al primo uomo e la prima donna, nominati in tutto il resto della Scrittura compresi i vangeli, e capire il significato di disobbedienza a Dio. Per essere cristiano devi credere al NT e in maniera completa al messaggio di Cristo Gesù. Se approfondirai la Genesi, cosa che ho fatto per prima quando mi sono convertita tanti anni fa, capirai che anch’essa è perfetta e tutto quel che racconta combacia con le scoperte scientifiche.